La fine dell’estate ormai è vicina, la luminosità sta cambiando, l’aria diventa più frizzantina e si sente quel profumo tipicamente autunnale, di colpo siamo pervasi da una sensazione di malinconia, tristezza o non so che, qualcosa che finisce, ma allo stesso modo anche da una sensazione di sollievo, di curiosità, di voglia di tranquillità, voglia di immergersi nella natura, godersi un po’ di fresco e approfittare della calma dei grandi fiumi e poi quella voglia di temolo…

Per noi malati di temolite acuta è il periodo che tanto atteso, il nostro momento magico, corsi d’acqua impescabili per buona parte dell’anno ora sono finalmente accessibili, purtroppo con l’avvento dei cambiamenti climatici degli ultimi decenni, alcuni dei fiumi migliori da temoli risultano fruibili per la pesca a mosca solo un paio di mesi all’anno, prevalentemente in autunno.

Il progressivo calo delle temperature e la diminuzione di eventi temporaleschi fanno si che i fiumi trovino una certa regolarità , i livelli tornano bassi e la temperatura dell’acqua diventa più stabile, questa serie di fenomeni, uniti ad una buona condizione meteorologica, creano i presupposti per le nostre tanto amate schiuse di insetti.

Purtroppo le schiuse di insetti sono sempre più rare e i fiumi offrono sempre meno fauna bentonica, infatti negli ultimi anni, ho notato un calo drastico di questi eventi, non solo nelle zone in cui pesco, il sud del l’Austria, ma proprio a livello generale, nonostante addirittura in alcuni fiumi la qualità dell’acqua sia migliorata, gli insetti sono quasi scomparsi.

Molteplici fattori hanno contribuito a questi cambiamenti, secondo me i tre principali punti sono: la presenza di dighe e il conseguente intasamento del fondale dovuto al finissimo limo che si deposita sul fondo, “cementando” tutte le intercapedini tra i sassi e i ciottoli con la conseguente mancanza di luce, ossigeno e cibo per le larve: l’abbassamento della temperatura dell’acqua dovuto al maggiore scioglimento di ghiacciai e la “purezza” dell’acqua, infatti con l’avvento dei depuratori, i fiumi non ricevono più quel nutrimento organico di vitale importanza per la nostra fauna bentonica. L’inquinamento, specialmente nella mia zona, non lo reputo più una causa determinante per questi fenomeni.

Ciò nonostante, la natura in qualche modo riesce quasi sempre a resistere e a stupirci sempre di più, infatti nonostante tutti questi fattori, le piene sempre più violente e chi più ne ha più ne metta, ci sono ancora angoli di fiume dove possiamo trovare fondali sani e ricchi di vita, dove le larve trovano le condizioni ideali per completare il loro ciclo vitale e regalarci a noi ma soprattutto ai nostri amici pesci schiuse spettacolari.

IL PERIODO PER LA PESCA NEI GRANDI FIUMI

Se durante la maggior parte della stagione siamo costretti a pescare a ninfa o addirittura a non pescare, l’autunno ci apre molteplici possibilità, con il progressivo raffreddarsi delle temperature, i livelli dei fiumi si stabilizzano, i grandi fiumi di fondovalle, patria dei temoli più grossi e fugaci, tornano ad essere avvicinabili e, ogni volta è bello poter tornare dopo mesi di assenza, la possiamo definire un po’ come una seconda apertura della pesca… Infatti alcuni spot “riposano” durante i mesi estivi e, dopo mesi di acqua alta e limacciosa le sorprese sono sempre dietro l’angolo, infatti le varie piene che caratterizzano qualsiasi grande fiume, redistribuiscono i pesci in un po’ tutte le zone del fiume e talvolta modificano il suo corso creando nuovi spot, nuove buche, nuovi ghiaieti, ecc.

OTTOBRE, IL MESE DELLA MOSCA SECCA

Superate le piene e i vari periodi di “secca” e con la progressiva diminuzione, prima dell’acqua di neve, poi dell’acqua derivata dallo scioglimento dei ghiacciai, il fondo dei fiumi ricomincia a ripopolarsi di fauna bentonica, le caddis o larve di portasassi che sono schiuse durante i mesi estivi lasciano pian piano il posto alle larve di effimere del genere Baetis, o meglio questo tipo di larve sono sempre presenti, solo che durante i mesi estivi quasi neanche ce ne accorgiamo neanche, vuoi per la presenza di numerosi altri insetti oppure per la taglia esigua che hanno quando schiudono, nel periodo autunnale la taglia delle mosche aumenta ed ogni giorno, regolarmente verso l’ora di pranzo possiamo assistere allo spettacolo della schiusa.

Generalmente nei fiumi che frequento, come la Drava o la Möll, noto che le schiuse avvengono sempre negli orari centrali della giornata, nelle ore più calde, le prime “subimmagini“ trasportate dalla corrente si fanno notare verso la tarda mattinata e man mano aumentano, fino a raggiungere il picco un paio di ore più tardi, quando a fine schiusa, la superficie dell’acqua si riempie di “spent”.In questo lasso di tempo il fiume, che prima ci appariva calmo e quasi privo di vita, finalmente si anima, dapprima qualche volatile ghermisce la superficie dell’acqua, facendo incetta delle effimere che ancora intorpidite per la bassa temperatura dell’acqua, fanno fatica a staccarsi dalla pellicola superficiale dell’acqua, poi i primi pesci, solitamente temoletti, piccoli ma già molto aggressivi, bollano vigorosamente ingannando la propria presenza, solitamente nei sottoriva o nelle correntine ai margini del filo della corrente principale.

Ovviamente bisogna già essere pronti a sfruttare questo momento favorevole, che non si sa mai quanto durerà, può durare un paio d’ore ma anche pochi minuti, lì dipende molto dalle condizioni atmosferiche, in genere l’ideale è con tempo nuvoloso e bassa pressione senza vento o addirittura con una leggera pioggia, sole e vento sono i nemici numero uno per una buona schiusa con relativa pescata, soventemente mi è capitato con sole a picco e caldo di assistere a bellissime schiuse ma senza bollate.

Ma ora torniamo al nostro principio di schiusa, i temoletti sono divertenti e continuano la loro fase di alimentazione a galla, questo è un buon momento da sfruttare per capire gli artificiali migliori da usare, in vista del momento clou della schiusa… Le numerose battute di pesca mi hanno fatto capire che non c’è mai una mosca che funziona sempre, specialmente col temolo, ogni volta bisogna trovare l’imitazione giusta, credo che questo sia anche uno dei motivi per cui amo alla follia la pesca ai timallidi.

Dopo questo allenamento, finalmente si inizia a sentire qualche gorgata, il suono sordo tipo risucchio che caratterizza la bollata dei grandi temoli è musica per le nostre orecchie, è sempre meglio prestare molta attenzione ai rumori e ai suoni del fiume, talvolta le bollate, specie quelle distanti, sono impercettibili alla vista ma se prestiamo attenzione , anche il semplice rumore ci permette di localizzare un grosso temolo in bollata. Una volta localizzato, poi subentrano numerosi fattori, visto non vuol dire preso anzi, il lancio dovrà essere perfetto, la pazienza molta, il nylon lungo abbastanza per permetterci di cambiare mosche su mosche e infine il timing bollata-ferrata dev’essere perfetto stile tiratore scelto.

UN AMPIO RANGE DI IMITAZIONI

Nella selezione di mosche che ho sempre a portata di mano i primi posti spettano alle emergenti in hackle di pernice o gallina, che funzionano benissimo nelle fase iniziali della schiusa, a volte, specialmente se pesco a grandi distanze e dove è consentita la pesca con 2 mosche, abbino una mosca secca tipo parachute montata su un bracciolo di 15/20 cm ad una mosca emergente che fluttua una trentina di centimetri sotto la superficie dell’acqua, una tecnica micidiale specialmente a grandi distante quando la pesca a sommersa risulta più complicata, infatti la secca, svolge la doppia funzione, mosca da pesca ed indicatore; amo molto la pesca a sommersa, ma una cosa che mi da molto fastidio è non vedere la mangiata del temolo che spesso avviene sotto la superficie e specialmente a grandi distanze e con mosche piccole è molto difficile da vedere, a volte con il conseguente risultato di dover tirar fuori la mosca dalla gola del pesce, anche se per alcuni la pesca con 2 mosche è meno “etica” rispetto alla classica pesca a secca a risalire per me il rispetto del pesce viene prima di tutto.

Le file più basse della mia fly box sono occupate da una grande varietà di imitazioni di effimere di tutte le dimensioni e colori, effimere che mi permettono di pescare in tutte gli stadi della schiusa, subimmagini, immagini e qualche spent, ovviamente qualche mosca intrusa per pescare “fuori schiusa”, piccole sedge, plecotterini e formiche alate non devono mai mancare.

Purtroppo come tante volte nella vita le cose belle durano poco, ed è giusto così, sta nella bravura di ogni pescatore, il saper sfruttare ogni momento favorevole e ovviamente farsi trovare preparati nel posto giusto al momento giusto.

L’autunno ormai è alle porte, dopo un’estate passata a costruire, le mie fly box traboccano di mosche pronte ad essere gettate in pasto ai miei amati temoli della Drava!

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